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Gratitudine

Cercando il solido, il liquido si prostra e si ritrae. Le pupille si adattano alla quantità di luce esterna. Deglutire compiaciuti quegli istanti che subito non sono più e che poi incarni, assaporarli. Gratitudine per l’amore intorno.

Piove

Tante sono le frasi che compongono il testo di molte o poche pagine, son così tante per l’immaginazione che perdo più tempo a cercare un senso che sia mio, piuttosto che a leggerle.  Fatico nella passività, mi rende inquieta, mi stringe il diaframma, mi soffoca. Fatico a perdere il controllo perfino per l’onore di seguire i grandi scrittori e partire per il loro viaggio immaginario. Fatico a guardare una partita di calcio, senza giocarla. Se rincorro una palla invece mi dimentico di esistere e viaggio solo su di lei. Mura di cemento armato stratificate nella mezza età che arrivano da molto lontano.  Tetti scoperchiati da contingenti eventi atmosferici abbagliano pavimenti e stanze. Un tram deragliato sfonda una porta blindata e si appoggia su uno scarafaggio già senza vita senza fare rumore.  Piove. “Sole e pioggia sono ugualmente necessari a maturare l’uva e il talento” .  (Friedrich Nietzsche)

Lacca

Fumi evaporano dalla terra e dalle gambe. Profumi condensati tra le narici e tra le spalle. Mi sono tagliata con l’acqua e con la scia veloce dei pensieri. Hanno preso l’osso sacro e lo hanno appeso dentro a una campana il cui suono è rosso e ruvido. Cinque i passi tra una parete e l’altra, in mezzo, gli avanzi di eccesso espulsi sapientemente da uno scalpello. Vertigini, formiche alle mani, silenzio, grida.  Conto i camini sulle bocche del cielo, i fianchi, i boccoli di fumo, le catene attorno, sbavate. Immobile come un ragno riempito di lacca, senza vita. “All'età di sei anni volevo diventare un cuoco. A sette volevo essere Napoleone. E la mia ambizione è andata costantemente crescendo sin da allora.” Salvador Dalì

C.

Oggi voglio scrivere solo a te e solo per te. Voglio dirti scusa perché sono lontana da me stessa e quindi anche da te, voglio dirti che è mia priorità tornare e riempirti di attenzioni e di colori e di sorprese e di sorrisi e di leggerezza. Mi manca tutto quello che ho sempre dato per scontato di sentire e di fare perché il mondo si è ribaltato all’improvviso e ne ho perso la gravità. Voglio dirti scusa per non tenerti la mano saldamente e per prediligere il mio istinto distruttivo alla semplicità del nostro fare capriole sul divano. Voglio tornare a sentire le cicale negli angoli più remoti del mondo, a farti spazientire perché ti annoi a guardare fino alla fine un tramonto, o perché ti obbligo ad ascoltarmi parlare quando non ho niente di interessante da dire. Lottare amorevolmente con la tua vulnerabilità e non arrendermi davanti ad un sorriso mancato, alienata dall’incapacità di fecondarlo.  Nella tempesta, voglio tenere io l’ombrello più grande e più pesante, affinché nessuna g

Argini

Fiori sul fondo del mare con bocche giganti aggrovigliate e tese.  Ovattate le sponde e taglienti gli argini, sento freddo alle mani, continuo a nuotare. Lasciali ridere, lasciali andare. Se vuoi che il presente sia diverso dal passato, studia il passato . (Baruch Spinoza)

Saliva e buio

Forse in un secondo ci sta più di un’ora. Dipende da come lo guardi, dipende da come ti tocca e da come ti divora. La leggerezza unita dalla musica ci sveste tutti quanti. Atleti di scrollamento, di molleggio, e poi di canti. Secondi solo a se stessi si accavallano i sensi e cercano tregua nell’autocompiacimento che nulla invidia a niente di quel che pensi. Attimi di saliva e di buio illuminato, attimi di senso frantumato. Attimi di silenziosi sussulti che portano in vita pensieri disgiunti. Lo guardarono dall’occhiello della porta e lo denigrarono per la sua verve ormai morta, soffocata dallo stesso pregio che lo aveva spodestato del suo privilegio. Quanto a fondo può scavare.  Quando affondo fa un po’ male. Ci son quei giorni in cui mordere il radio e il quinto metacarpo, mi fa sentire dio. “ Prima balla, poi pensa. È l'ordine naturale .” Samuel Beckett

Contesto

Vibra il timbro delle voci intorno, brusio indistinto, risa e accenti stranieri, frammenti di frasi compiute che restano appese a libera interpretazione. Amo sedermi ad osservare il contesto senza prenderne parte. Così come amo essere al centro del contesto, non ora però. Momento di raccolta e di ispirazioni, ci vuole il carburante per accelerare, ho parcheggiato al distributore, lì c’è tanto amore. Se vuoi essere amato, ama.   Seneca

Fattori esogeni

La prospettiva prende tempo per essere a fuoco, un passo dopo l’altro l’agognato obiettivo si avvicina sempre più nitidamente. Pensi di godere di quell’istante di gratificazione ma c’è subito una nuova sagoma più lontana da andare a prendere. La prospettiva a volte viene rasa al suolo da un momento all’altro, e quella sagoma diventa un mostro da cui scappare, una grande ombra da cui non farsi inghiottire. Pagine future strappate cancellate bruciate. Con l’onere di riportare la mente su un cammino retto, di darle gli argini su cui fluire limpida. È indomabile gran parte del sistema esogeno, che scalfisce l’intima fragilità di un cuore esposto al mondo, che elargisce luce senza chiedere nulla, che mai si aspetta di venir tradito. A volte in bene, a volte in male. Che cosa vuoi che impari? Che cosa vuoi che disimpari? Bianco e nero. Terra e cielo. “ Non puoi battere la persona che non si arrende mai. ” Babe Ruth  

Rum

Musica e rum con le mani in alto. I sorrisi intorno, gli sconosciuti con le pupille di cobalto.  Attimi di svago per chi è felice per chi non lo è ma lo diventa, per chi lo fa per sé, per chi si crede un mago. Vorrei che i miei figli sapessero a menadito la felicità, che sapessero contarla perché passa un minuto e non c’è già. La riconosci poi in piccole cose. E la conservi come un tesoro prezioso che come tutte le rose ha le spine. A volte le parole non bastano.  E allora servono i colori.  E le forme.  E le note.  E le emozioni. Alessandro Baricco

Scacco al re

Terra di eroi, cielo agli dei  Si fanno affanno con fango e feci  Affondano innaffiano soffiano affiorano Scacco al re  Alfiere in protezione Assordante assoluta passiva passione Abissi di sassi che collassano sul proprio sesso Terra di dei, cielo agli eroi “ Il gioco degli scacchi è lo sport più violento che esista. ” G. K. Kasparov