Fumi evaporano dalla terra e dalle gambe. Profumi condensati tra le narici e tra le spalle. Mi sono tagliata con l’acqua e con la scia veloce dei pensieri. Hanno preso l’osso sacro e lo hanno appeso dentro a una campana il cui suono è rosso e ruvido. Cinque i passi tra una parete e l’altra, in mezzo, gli avanzi di eccesso espulsi sapientemente da uno scalpello. Vertigini, formiche alle mani, silenzio, grida. Conto i camini sulle bocche del cielo, i fianchi, i boccoli di fumo, le catene attorno, sbavate. Immobile come un ragno riempito di lacca, senza vita. “All'età di sei anni volevo diventare un cuoco. A sette volevo essere Napoleone. E la mia ambizione è andata costantemente crescendo sin da allora.” Salvador Dalì